I nuovi sistemi di disinfestazione del suolo non inquinanti
A partire già dai prossimi due anni in Europa saranno messi al bando i pesticidi chimici che inquinano. A questo scopo nell’ambito del programma “Life+”, Agroinnova, il centro di competenza agro-ambientale dell’Università di Torino, si è aggiudicata un bando da tre milioni di euro per un programma di ricerca.
Il progetto, della durata di tre anni, nasce con l'obiettivo di fornire soluzioni concrete al piano messo in atto dall'Unione Europea per ridurre i rischi per l'ambiente e la salute umana dovuti all'impiego degli agrofarmaci e, più in generale, per promuovere un uso più sostenibile di tali prodotti e una riduzione complessiva dei rischi e degli utilizzi, senza perdita di efficienza per gli utilizzatori professionali.
Per tutta la durata del progetto si lavorerà fianco a fianco con quattro partner: l’azienda agrochimica Dow AgroSciences, l’Università di Atene, l’Istituto di ricerca in frutticoltura e la società di consulenza Jwc in Polonia. I gruppi di ricerca sperimenteranno soluzioni innovative in 9 aree già individuate e 24 siti pilota, alcuni nelle province di Torino, Asti, Cuneo e Alessandria.
“La nuova normativa è molto rigida”, spiega la professoressa Maria Lodovica Gullino, ordinario di Patologia vegetale alla scuola di Biotecnologie dell’Università e direttore di Agroinnova. “Contiene pesanti limitazioni all’utilizzo di molte sostanze”. Le più pericolose sono i fumiganti, impiegati per eliminare i parassiti dai terreni e disinfestarli e poi gli insetticidi, molti dei quali sono neurotossici.
Le nuove direttive europee mirano a salvaguardare la salute dei terreni e dei cittadini europei, dopo decenni di utilizzo smodato di pesticidi nelle coltivazioni, però mantenere gli attuali livelli di produzione intensiva sarà impossibile, per farlo è necessario avere dei pesticidi che però non inquinano.
“Gli agrofarmaci costano molto. Si deve continuare a ridurre il loro impiego e soprattutto incrementare lo sviluppo di nuovi prodotti più concentrati e più puliti”. Insomma, garantire gli stessi livelli di produzione impiegando minori quantità di prodotto.
Il progetto prevede lo sviluppo di sistemi non chimici di disinfestazione del suolo, come solarizzazione, innesto, biofumigazione, uso di compost e di agenti biologici.
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