GIORGIO PICCARDI
L’acqua, elemento indispensabile per la vita,mantiene per molteplici aspetti i suoi segreti. L’acqua attivata è un chiaro esempio della difficoltà di spiegare tale fenomeno nell’ambito cognitivo tradizionale della scienza.
Piccardi scopri il fenomeno dell’attivazione dell’acqua quasi casualmente e ne riportò notizia al convegno su”Galvani a Bologna” nel 1937 con una relazione dal titolo “azioni elettrostatiche sull’acqua. Sopra un nuovo effetto presentato dai metalli”
Piccardi si era infatti interessato della disincrostazione delle caldaie da depositi di acqua calcarea e aveva osservato che, per evitare l’incrostazione,venivano utilizzati e si trovavano in commerci dei bulbi di vetro sottile contenenti una goccia di mercurio; essi venivano preparati lavando le sfere con neon per vuotarle dall’aria per poi chiuderle dopo aver introdotto il mercurio. Scuotendo i bulbi con il mercurio,compariva al loro interno una luminescenza rossa determinata dal fatto che le sfere contenevano un po di neon a pressione ridotta.
Quando l’acqua veniva a contatto con questi bulbi, tenuti in stato di movimento dal flusso stesso dell’acqua, produceva un deposito calcareo polverulento non difficile da rimuover,come viceversa per le incrostazioni stratificate a cui comunemente è soggetta una caldaia.
Questo tipo di attivazione dell’acqua modifica quindi la forma del precipitato calcareo.
Da carbonato di calcio incrostante ad Aragonite ovvero carbonato di calcio non incrostante.
Nell’asserire il dogma per la scienza di superare il dogma della riproducibilità degli esperimenti,Piccardi comprese che nella logica scientifica tradizionale applicata ai “ non fluttuanti”
ci si riferisce di norma ad esperimenti rappresentabili in termini di equazioni lineari, i cui valori , proiettati su due assi ortogonali , definiscono una retta.
Nel caso dei fenomeni fluttuanti, tale linearità viene meno in quanto, non essendo ipotizzabile una corrispondente linearità nella successione temporale dei rapporti causa ed effetto, i parametri che influenzano l’esperimento non seguono un ordine sequenziale. Al contrario le cause e gli effetti si influenzano a vicenda rispetto a temporalità non più costanti e quindi in virtù della complessità della loro intersezione e del loro reciproco influenzamento nel tempo, può succedere che una azione trascurabile in un determinato istante può risultare una causa determinante in un istante successivo e definire un risultato che non può essere identico in un qualsiasi altro istante temporale.
Piccardi fece notare che quanto sopra diviene più evidente quando si studiano fenomeni che implicano l’azione di basse frequenze e quindi di piccole quantità di energia.
In conseguenza della bassa energia in gioco si suppone comunemente, al contrario che tali fenomeni determinino trascurabili perturbazioni del sistema e, poiché non rispondono con immediatezza a rapporti di causa-effetto, vengono considerati insignificanti.
Solo registrazioni temporali sistematiche delle variazioni determinate da diverse onde a bassa frequenza permettono di sistemare scientificamente i rapporti di causa-effetto che implicano deboli energie: infatti tali rapporti nel caso di frequenze non elevate, implicano azioni e reazioni che possono presentare sfasature e risultati differenti in diversi archi temporali.
La logica scientifica che sta alla base della meccanica classica, al contrario,ritiene che azione e reazione seguano un rapporto di causa-effetto immediato.
Normalmente solo le interazioni ad alta energia, Applicate ad esempio in fisica a interazioni fra particelle, seguono quel tipo di risposta immediata nella successione tra cause ed effetti.
Quando la risposta non è del tutto immediata, come nel caso dei fenomeni di natura oscillante, e quando E QUANDO VENGANO IMPLICATE INTERAZIONI DI RISONANZA A BASSE FREQUENZE,il tempo non rappresenta più qualcosa che può essere trattato come indifferente da un punto di vista fisico: la data. L’ora e l’istante, nonché il luogo, caratterizzano una situazione spaziale irripetibile.
Quanto sopra almeno per quel che concerne i fenomeni fluttuanti,rende inefficace la metodologia scientifica tradizionale che,non considerando il tempo come coordinata fisica, assume una concettualità scientifica generale per la quale è possibile isolare le cause studiandole una alla volta ed eseguendo solo alla fine una sommatoria degli effetti, che per isteresi,permangono dopo la scomparsa della causa,fossero del tutto trascurabili.
Ma osservava Piccardi, chi compie esperimenti scevro da ogni pregiudizio e ricerca una spiegazione scientifica dei processi naturali , non si accontenta di misurare le singole quantità nell’immediato, ma comprende di trovarsi a lavorare in un mondo di fenomeni largamente caratterizzati dall’imperfezione.
Naturalmente il Piccardi era consapevole del fatto che il requisito della riproducibilità degli esperimenti aveva rappresentato la condizione imprescindibile che ha permesso alla scienza di svilupparsi in senso moderno e di individuare frodi ed errori, ciononostante, tale esigenza di controllo,non poteva limitare di fatto studi avanzati su sistemi osservati nel loro strutturarsi in condizioni lontane dagli equilibri termodinamici. L’osservazione qualitativa dei fenomeni si rendeva pertanto necessaria nel caso delle dinamiche di trasformazione lontane dal raggiungimento di equilibri, in particolare per lo studio delle relazioni tra lo spazio che ci circonda e i fenomeni relativi ai sistemi viventi o comunque, ai sistemi complessi, sensibili alle condizioni ambientali.
Pertanto per Piccardi è proprio l’idea del tempo come successione di istanti equivalenti .il “dogma di base” della scienza di indole “meccanica” fino ad oggi mai rimesso in discussione. Che in linea di principio, determina il consenso delle accademie scientifiche in merito al corollario, anch’esso dogmatico,della riproducibilità degli esperimenti quale criterio della loro validità-
Purtroppo la natura non si comporta cosi:
Tutti sanno (diceva) che un seme va piantato nel terreno in certe stagioni e con la luna calante se si vogliono far crescere alcune specie di piante, perché esse non germogliano in un tempo qualsiasi scelto a piacere!!.
La scienza deve imparare a trattare con la qualità dei fenomeni osservati...e capire che...un sorriso non è uno dei tanti modi per mostrare i denti e contarli.
Piccardi nel corso delle sue ricerche notò un fatto estremamente nuovo che riguardava l’acqua.
Scrive a tal proposito:
Un dielettrico polarizzato induce nell’acqua e in altri liquidi polari per semplice contatto, delle modificazioni di tipo non elastico 8 o non perfettamente elastico), nel senso che queste persistono per un tempo assai lungo dopo che è cessato il contatto con il dielettrico, occorrono a volte alcuni giorni perché l’acqua attivata torni a comportarsi come l’acqua normale in relazione ai test chimici.
Piccardi rendendosi conto che il fenomeno osservato poteva essere importante,ma del tutto misterioso rispetto alle conoscenze note,invece di scartare l’osservazione cosi strana la utilizzò come mezzo differenziale, indicando l’acqua posta a contatto con un dielettrico polarizzato genericamente come acqua attivata, al fine di avere a disposizione un’ulteriore diversificazione di confronto dei suoi test chimici, tramite i quali, precipitando l’ossicloruro di bismuto o altri sali,Piccardi studiava l’andamento dei processi di precipitazione in relazione ai fenomeni “spaziali!.
Precedentemente,il confronto avveniva osservando il processo di precipitazione con acqua normale,sia in ambiente aperto,sia entro uno spazio schermato da lastre di rame; queste ultime venivano venivano inserite allo scopo di definire un primo elemento di differenziazione nei test chimici, per limitare gli influssi elettromagnetici presenti nello spazio che ci circonda.
Dopo la scoperta che permise di attivare l’acqua con vari procedimenti,il test chimico si arricchi della possibilità di effettuare gli esperimenti anche facendo raffronti tra l’utilizzazione di acqua attivata e normale,sotto schermo e senza schermatura di rame.
Utilizzando tre differenti metodi di misura chimico-fisica d ella tensione superficiale dell’acqua normale e dell’acqua che ha subito processi di attivazione, egli notò che sia l’acqua normale, sia l’acqua “attivata”;pur rispondendo diversamente ai test chimici, non presentavano alcuna variazione della tensione superficiale anche se accuratamente misurata. In seguito a tali misure, fece una riflessione in merito alla necessità per la scienza di rivalutare i sensi e con essi tutti gli indicatori biologici. Scrive infatti:
L’organismo vivente si comporta sotto certi riguardi come uno strumento universale di misura,capace di registrare le cose più disparate con sensibilità molte volte prodigiosa. In ciò differisce dagli strumenti fisici i quali registrano una cosa sola e con sensibilità molte volte limitata.
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