sabato 24 ottobre 2009

FIUME OLIVA RADIOATTIVITA' DA 3 A 6 VOLTE SUPERIORE ALLA NORMA

Ambiente
Nave veleni: problemi anche sulla terraferma


Lo scopo dell'intervento in mare è, innanzitutto, "dare un nome certo al relitto, operare rilevamenti in profondità su ogni tipo di campione, fornire informazioni sulle tipologie e sulla diffusione degli inquinanti contenuti nella stiva in modo da accertare gli eventuali rischi per la salute e l'ambiente e procedere ad una rapida messa in sicurezza". Cosi il sottosegretario al Ministero dell'Ambiente, Roberto Menia, nell'informativa del Governo, letta questa mattina in Aula alla Camera, sulle attività in corso per indagare sul caso delle 'navi dei veleni' affondate a largo delle coste calabresi.

Nell'area di fronte a Cetraro (Cosenza), Arpacal "ha identificato in particolare le dimensioni e la posizione del relitto sommerso, ha poi spiegato Menia riferendosi all’impiego di un robot munito di telecamera, il cosiddetto Rov, che ha effettuato riprese video che mostrano "adagiate attorno al relitto strutture metalliche di vario tipo”.

L'esplorazione "è stata solo esterna e non è stato possibile accedere alle stive ne' è stato possibile effettuare un campionamento di sedimenti per prove analitiche". Già da domani però il Rov inizierà a verificare “l’attività radioattiva ai diversi livelli di profondità" e a "prelevare campioni di fondo marino, di sedimento, di incrostazioni sullo scafo, di materiale da quello che sembra essere un fusto spezzato".

L’informativa rende inoltre noto che intanto "un valore radioattivo da 3 a 6 volte superiore la norma" e altre forme di grave inquinamento sono state riscontrate sulla terraferma, in quattro aree nel comune di Aiello Calabro e nell'area del fiume Oliva. Per questo motivo il ministero dell'Ambiente "intende procedere ad una più ampia e sistematica indagine sull'area vasta del fiume Oliva".

In particolare "si esaminerà tutto il corso del fiume, da Aiello Calabro fino alla foce, analizzando le acque superficiali e la falda". Considerando poi la gravità della situazione, anche sotto il profilo sociale ed economico, si è ritenuto che ricorrono le condizioni per richiedere gli interventi previsti dal Fondo di solidarietà per la pesca, “a tal fine è allo studio un apposito provvedimento che sarà sottoposto a breve scadenza per il parere alla commissione centrale consultiva per la pesca e l'acquacoltura". Infine, ha concluso il sottosegretario all'Ambiente, in collaborazione con la Regione Calabria, su intervento del Ministero delle Politiche agricole, "si è resa possibile la mobilitazione di risorse comunitarie".

giovedì 22 ottobre 2009

L'ACQUA SERVE ANCHE PER PRODURRE IDROGENO

L'idrogeno ottenuto dall'acqua


L'idrogeno è un combustibile“pulito” il suo uso potrebbe essere la soluzione al problema energeticone nel prossimo futuro. Purtroppo ci si scontra con gli altissimi costi di produzione, dal punto visto economico ma anche ambientale: attualmente il 96% dell'idrogeno viene prodotto da fonti non rinnovabili (carbone e idrocarburi) e solo il 4% dall'idrolisi dell'acqua.

Un gruppo di chimico-fisici italiani, del LENS (Laboratorio Europeo di Spettroscopie non Lineari) dell'Università di Firenze, ha ottenuto la fotodissociazione dell’acqua ad alta pressione con la produzione di idrogeno molecolare, studio pubblicato sull'ultimo numero dell'autorevole rivista scientifica PNAS.

L’uso dell’alta pressione ha dimostrato di essere efficace in diverse reazioni di sintesi. In questo caso è stato possibile ridurre le drastiche condizioni di pressione per le trasformazioni spontanee al range del kilobar, grazie alla fotoattivazione delle reazioni.

Nel caso specifico la sintesi di idrogeno è stata ottenuta da acqua miscelata con azoto o monossido di carbonio. Mediante la luce di un laser a ioni argon, e in particolare una radiazione ultravioletta a 350 nanometri, le molecole di acqua si sono dissociate in radicali OH e atomi di idrogeno.
Il radicale OH reagisce con l’altra specie presente nella miscela (N₂ oppure CO), e gli atomi di idrogeno si legano per dare H₂.

L'impiego dell'acqua è ovviamente di estremo interesse, in quanto fonte rinnovabile e a basso costo. Ma bisogna tenere conto che la luce laser impiegata nello studio costa molto e non può rappresentare una via praticabile alla sintesi industriale di idrogeno. Tuttavia, la radiazione utilizzata per eccitare l'acqua è nell’ultravioletto vicino: si può allora ipotizzare un sistema dove la radiazione usata possa essere quella solare nella quale il contenuto di UV vicino è tutt'altro che trascurabile.

La scelta delle molecole di azoto e monossido di carbonio – dicono gli scienziati del LENS- non è ancora quella ottimale per produrre idrogeno, perciò si stanno studiando altre soluzioni. Bisogna tenere conto che l'azoto è la molecola più stabile, e quindi è di per sé un successo riuscire a farla reagire: se si riesce con l’azoto, si riuscirà con tutte. Inoltre l’azoto è il componente principale dell'aria, quindi si può immaginare addirittura di comprimere semplicemente aria arricchita con acqua per generare idrogeno.

Forse nel futuro basteranno acqua, aria e sole per produrre energia.

sabato 17 ottobre 2009

OTTIMIZZAZIONE DELL'ACQUA DI IRRIGAZIONE

ANBI propone il software che ottimizza l’uso dell’acqua in agricoltura


Si chiama Irriframe il progetto che sarà presentato oggi a Roma in occasione dell’assemblea dell’ ANBI (l'Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni) dove è prevista la partecipazione del Ministro per le Politiche Agricole Alimentari Forestali, Luca Zaia.

Si tratta di un software messo a punto per ottimizzare l’uso dell’acqua durante l’irrigazione dei campi. “Ci stiamo lavorando da mesi, commenta Massimo Gargano, presidente Anbi, ma è particolarmente significativo che il suo lancio nazionale avvenga all’indomani dell’ importante vertice mondiale de L’Aquila, dove il tema centrale è stato il diritto all’acqua per tutti.”

“In questa prospettiva –continua il presidente- è necessario che un Paese, idricamente favorito come l’Italia, si assuma la responsabilità di ridurre i consumi d’acqua, preservando così la risorsa. La nostra proposta si chiama Irriframe ed è l’evoluzione più avanzata di esperienze condotte, da tempo, nei singoli Consorzi di bonifica ed in particolare dal Cer (Consorzio canale emiliano romagnolo) nella logica di quella “cultura del fare”, che permea il mondo della bonifica.”

Il software è assolutamente innovativo, perché combina i dati sulla disponibilità di risorsa idrica, sulla gestione imposta alle reti distributive e sulle caratteristiche idrauliche delle strutture di fornitura d’acqua alle utenze. Gestito centralmente dall’Anbi per rendere il servizio omogeneo sull’intero territorio nazionale, Irriframe sarà fortemente connotato per ogni singolo Consorzio.
Ogni agricoltore potrà ricevere il consiglio per una migliore irrigazione o via web o direttamente sul proprio cellulare attraverso Sms. Il sistema avrà, come area di riferimento, i distretti irrigui valutando, per ciascuno, l’idroesigenza delle colture, le indicazioni meteorologiche, i dati sullo stato idrico del suolo e della falda, le caratteristiche dell’impianto irriguo.

Incrociando tali parametri, Irriframe calcolerà il bilancio idrico, fornendo indicazioni su quando e quanto irrigare. Ciò permetterà di ottimizzare l’utilizzo d’acqua, risparmiandone il consumo, riducendo i costi di produzione, incrementando la competitività dell’agricoltura italiana; migliorerà anche la qualità del prodotto e saranno stabilizzate le rese fra le singole annate.



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venerdì 16 ottobre 2009

STUDIO SUGLI EFFETTI DELLE RADIAZIONI SULLE FALDE IDRICHE PROFONDE

Strati geologici profondi e scorie radioattive


Per rispondere a questa domanda occorre prima di tutto stabilire come e secondo quali criteri tali ripercussioni devono essere valutate. Questa "metodologia per la valutazione degli aspetti di pianificazione del territorio" sarà testata nei prossimi di mesi in uno studio che avrà luogo in Svizzera nei Cantoni di Argovia e Basilea campagna. I Comuni che si trovano nella regione di studio non sono destinati ad ospitare alcun deposito in strati geologici profondi reale.

Da novembre 2008 sono note le regioni che, secondo la Nagra, presentano una geologia adatta alla realizzazione di depositi in strati geologici profondi per scorie radioattive. Queste regioni saranno esaminate in modo approfondito nella procedura di selezione da poco avviata; l'esame avverrà in tre tappe, ciascuna della durata di alcuni anni, e comporterà un progressivo restringimento della rosa delle regioni candidate. Si prevede che la decisione definitiva in merito ai siti potrà essere presa fra circa 10 anni.

Valutazione degli aspetti di pianificazione del territorio dei siti potenziali

Oltre alla verifica della sicurezza tecnica e nucleare, la procedura di selezione comprende anche la valutazione degli aspetti di pianificazione del territorio dei siti potenziali, che rappresenta uno dei criteri decisionali per la per la scelta dei siti. Lo scopo di questa valutazione è analizzare le ripercussioni ecologiche, economiche e sociali che un deposito in strati geologici profondi può avere su una regione. La valutazione dovrà avvenire secondo criteri unitari per tutti i potenziali siti, così da permettere un confronto il più oggettivo possibile.

La valutazione degli aspetti di pianificazione del territorio e il successivo confronto dei siti avverranno nella seconda tappa della procedura di selezione, cioè presumibilmente a partire dal 2011. A questo riguardo, un gruppo di lavoro diretto dall'Ufficio dello sviluppo territoriale ARE ha elaborato nel 2008 una metodologia che è stata pubblicata, lo scorso mese di settembre, in un rapporto intermedio (cfr. link). L'elemento fondamentale di questa metodologia per la valutazione degli aspetti di pianificazione del territorio è un sistema di obiettivi e di indicatori basato sulle tre dimensioni della sostenibilità (ambiente, economia e società) che porta ad una valutazione attraverso un sistema di punti e di rilievi qualitativi:

ambiente: per es. superficie utilizzata, protezione della falda idrica, danneggiamento della flora e della fauna, impiego del materiale di scavo, inquinamento dell'aria, inquinamento fonico, inquinamento ambientale determinato dai trasporti ecc.

economia: per es. costi legati all'impianto, effetti sui redditi e sull'occupazione nella regione, modifica delle condizioni quadro per il turismo, l'agricoltura e i settori economici, modifica della situazione finanziaria dei Comuni della regione ecc.

società: per es. modifiche della struttura della popolazione, identità e cultura, peggioramento della qualità abitativa e del previsto sviluppo degli insediamenti, modifica delle caratteristiche degli abitati e degli spazi ricreativi vicini ad essi ecc.

La metodologia viene verificata su un deposito in strati geologici profondi fittizio

Su incarico del Gruppo di lavoro sulla pianificazione del territorio, del quale fanno parte rappresentanti delle autorità federali e dei potenziali Cantoni di ubicazione (noti da novembre 2008), questa metodologia di valutazione dovrà ora essere consolidata e affinata. Un importante strumento al riguardo è uno studio che consentirà di verificarne l'applicabilità pratica.

Questo studio sarà effettuato fra maggio e ottobre 2009 sulla base di un progetto di deposito in strati geologici profondi fittizio in una zona che non si trova in una delle potenziali regioni di ubicazione. I Comuni che si trovano nella regione di studio non fanno quindi parte degli effettivi siti potenziali e la possibilità che ospitino un futuro deposito in strati geologici profondi è esclusa.

La regione di studio comprende i seguenti Comuni (cfr. anche la cartina in allegato):

Cantone Argovia (17 Comuni): Eiken, Münchwilen, Sisseln (Distretto di Laufenburg), Hellikon, Kaiseraugst, Magden, Möhlin, Mumpf, Obermumpf, Olsberg, Rheinfelden, Schupfart, Stein, Wallbach, Wegenstetten, Zeiningen, Zuzgen (Distretto di Rheinfelden)
Cantone Basilea campagna (29 Comuni): Arisdorf, Bubendorf, Füllinsdorf, Giebenach, Hersberg, Lausen, Liestal, Ramlinsburg, Seltisberg (Distretto di Liestal), Böckten, Buus, Diepflingen, Gelterkinden, Hemmiken, Itingen, Maisprach, Nusshof, Ormalingen, Rickenbach (BL), Rothenfluh, Sissach, Tecknau, Tenniken, Thürnen, Wintersingen, Wittinsburg, Zunzgen (Distretto di Sissach), Hölstein, Lampenberg (Distretto di Waldenburg)
Per verificare la possibilità pratica di applicare la metodologia di valutazione anche ai dati disponibili in Germania, la regione di studio comprende anche tre Comuni tedeschi: Bad Säckingen, Rickenbach e Wehr.
Lo studio si baserà su dati concreti ricavati da piani di utilizzazione, piani direttori e piani settoriali, dati sull'economia e il mercato del lavoro locali nonché dati concernenti zone protette di importanza nazionale. Poiché questi dati saranno forniti dai Cantoni, la collaborazione dei Comuni non è necessaria. Le indagini non coinvolgeranno neanche la popolazione della regione di studio, perché si svolgeranno in gran parte a tavolino, negli uffici degli esperti di panificazione del territorio, e non sul campo.

Nel quadro di un incontro svoltosi a Sissach il 13 maggio 2009, le autorità federali e il competente Consigliere di Stato del Cantone Basilea campagna hanno informato in modo dettagliato i rappresentanti delle autorità dei Comuni della regione di studio e una delegazione dell'organizzazione tedesca "Planungsverband Hochrhein-Bodensee" in merito allo studio.

La metodologia di valutazione sarà applicata a casi reali solamente nella seconda tappa della procedura di selezione

La metodologia per la valutazione degli aspetti di pianificazione del territorio sarà ulteriormente affinata sulla base dei risultati dello studio. Il suggello definitivo si avrà presumibilmente nel 2011, con la decisione del Consiglio federale in merito alla definizione, nel Piano settoriale dei depositi in strati geologici profondi, delle aree di ubicazione adatte dal punto di vista geologico. Successivamente inizierà la seconda tappa della procedura di selezione, nella quale la metodologia sarà applicata, in collaborazione con i Cantoni di ubicazione, per valutare gli aspetti di pianificazione del territorio e per confrontare i siti indicati nel Piano settoriale.

Fonte: Ufficio federale dell'energia UFE



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