sabato 21 maggio 2011

GESTIONE DELL'ACQUA , PUBBLICA O PRIVATA?


Acqua
pubblica: interessa anche noi?




Mercoledì 11 Maggio 2011 09:13
Un approfondimento dell'argomento della privatizzazione dei servizi pubblici, in vista del referendum del 13 giugno
Chiunque abbia una seppure minima esperienza in tema di gestione di una piscina sa benissimo quanto il capitolo di spesa relativo all’approvvigionamento idrico stia assumendo una rilevanza sempre maggiore, secondo quanto riportato da tutte le fonti di comunicazioni, ufficiali e non. Anche i proprietari di una piscina privata, nonché i costruttori che devono giustificare un investimento con i corrispondenti costi di gestione devono sempre e comunque rapportarsi con questo problema.
Secondo uno studio dell'Autorità per le telecomunicazioni, dal 1995 ad oggi il prezzo dell'acqua potabile è raddoppiato. Dando un valore 100 al prezzo delle varie voci nel 1995, quello dell'acqua potabile è schizzato a 202 ed è di fatto più che raddoppiato: a parziale consolazione, va detto che la voce pesa solo per lo 0,65 per cento sul paniere dell'inflazione.
Nell’ultimo anno il costo dell’acqua ha registrato un incremento medio del 5,4% rispetto al 2007, con aumenti a due cifre in 15 città: si parte dalla Campania (+34.3% a Salerno) per arrivare in Emilia Romagna (+21.4% a Parma) passando per Basilicata (+16.1% a Potenza e Matera), Veneto (+16.3% a Padova), Lombardia (+15.9 a Lodi, +13.4% a Cremona), Piemonte (+14.5% a Verbania), Marche (+14.4% a Urbino) e Friuli (+12.1% Gorizia). L’indagine arriva da Cittadinanzattiva, che sottolinea anche come secondo i dati Istat, da Gennaio 2000 a luglio 2009 l’aumento sia stato del 47%. Secondo Cittadinanzattiva, al Nord si investe di più nel settore idrico e le tariffe sono mediamente più basse, così come la dispersione. Al Sud invece non si investe, la rete è un colabrodo e anche se la potabilità è migliore del nord le continue interruzioni del servizio in molti casi non favoriscono il consumo di acqua del rubinetto. (Da Metro del 16 ottobre 2009).
Considerando che il consumo di acqua giornaliero per una piscina è pari (per esigenze normative) almeno al 5% del volume della vasca, cifra alla quale si aggiunge il consumo delle docce e il riempimento annuale, è facile verificare come a fine anno il costo per questa voce raggiunga facilmente le quattro cifre, se non di più.

La situazione oggi
Ad oggi la proprietà delle reti idriche è totalmente pubblica. Anche se il referendum dovesse passare, la proprietà delle reti idriche resterà pubblica.
Quello che cambia è la gestione.
Attualmente tutti i servizi pubblici come l’acqua e l'energia, le telecomunicazioni, i trasporti, gli audiovisivi e i servizi postali, l'istruzione, la gestione dei rifiuti, i servizi sociali e sanitari sono gestiti direttamente dal Comune oppure da società a proprietà interamente pubblica (semplificando, le cosiddette municipalizzate) oppure da società a capitale misto pubblico-privato. Secondo Il Sole 24 Ore, nel caso della gestione idrica il 35% del mercato è gestito dalle società in house, controllate al 100% dagli enti locali e affidatarie del servizio senza gara. Il 17% è gestito da società miste a controllo pubblico, mentre un altro 19% è in mano a società quotate, anch'esse quasi tutte sotto il controllo pubblico. Il 20%, poi, non è stato mai affidato e viene gestito in economia dai Comuni. Ai privati resta il 5% sotto la forma della concessione a terzi.
Cosa potrebbe cambiare
L’articolo 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" successivamente modificato da altri provvedimenti, recita:
2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria: (comma così sostituito dall'articolo 15, comma 1, lettera b), legge n. 166 del 2009)
a) a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità;
b) a società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di cui alla lettera a), le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l'attribuzione di specifici compiti operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento.
3. In deroga alle modalità di affidamento ordinario di cui al comma 2, per situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipata dall'ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall'ordinamento comunitario per la gestione cosiddetta “in house” e, comunque, nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria in materia di controllo analogo sulla società e di prevalenza dell'attività svolta dalla stessa con l'ente o gli enti pubblici che la controllano. (comma così sostituito dall'articolo 15, comma 1, lettera b), legge n. 166 del 2009)
4. Nei casi di cui al comma 3, l'ente affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta, motivandola in base ad un'analisi del mercato e contestualmente trasmettere una relazione contenente gli esiti della predetta verifica all'Autorità garante della concorrenza e del mercato per l'espressione di un parere preventivo, da rendere entro sessanta giorni dalla ricezione della predetta relazione. Decorso il termine, il parere, se non reso, si intende espresso in senso favorevole. (comma così sostituito dall'articolo 15, comma 1, lettera b), legge n. 166 del 2009)
Quindi, in futuro, i servizi pubblici locali dovranno obbligatoriamente essere affidati in gestione a imprenditori privati o a società a capitale misto nelle quali il privato detenga almeno il 40 per cento di partecipazione. Solo in casi particolari, sufficientemente motivati e sottoposti alla approvazione dell’Autorità garante della concorrenza, sarà possibile gestire i servizi in house.
Si badi bene, non si tratta solo di acqua ma di TUTTI i servizi pubblici. A rilevanza economica, si intende, perché quelli che non rendono nulla possono tranquillamente restare pubblici…
Si tratta dell’avvio di una vera e propria privatizzazione, i cui effetti sono difficilmente prevedibili. Se in molti casi, infatti, le società a partecipazione pubblica sono state e sono tuttora utilizzate dalla politica come stipendificio per personaggi che dovevano essere a vario titolo ringraziati/risarciti per favori elargiti, producendo di conseguenza una totale inefficienza nella gestione dei servizi, in altri queste società hanno dimostrato di saper gestire il servizio correttamente.
Il quesito referendario pone un problema di principio: è giusto liberalizzare tutto, sempre e comunque, riconducendo ogni servizio seppure essenziale per la sopravvivenza alle regole di mercato? Oggi si tratta di acqua, trasporti, farmacie, domani potrebbe trattarsi di scuole e/o sanità.
Se e quando un servizio gestito dal pubblico non funziona o funziona male, l’azione corretta è quella di fare in modo che funzioni meglio o è indispensabile disfarsene e cambiare strada? Ed è possibile affermare con certezza che il privato, proprio perché soggetto quasi esclusivamente alle regole del mercato e del profitto, gestirà meglio servizi che vanno erogati sempre e comunque, in qualunque situazione e a tutti i cittadini indistintamente ?  La questione è aperta e non di facile soluzione. Quel che è certo è che i cittadini hanno sempre il diritto di farsi una propria opinione e di esprimerla. Si chiama democrazia e su questo, ormai, non si discute più.






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domenica 27 marzo 2011

ADVANCED OXIDATIONS PROCESS PER LA DISINFEZIONE DELL'ACQUA DI PISCINA



AOP POOLS (Advanced Oxidations Process), è un sistema di disinfezione brevettato  per il trattamento dell' acqua di piscina.

L'impianto  applica in una unica soluzione sei sistemi di disinfezione uniti tramite tre  tecnologie coperte da brevetto.


A) Produzione di ossigeno nascente tramite sistema catalitico brevettato.

B) Raffreddamento e conversione dell'ossigeno in ozono con sistema brevettato.

C) Conversione dell'ozono in radicale OH (Perossone) tramite fotocatalisi con sistema brevettato.

I sei sistemi di disinfezione  si dividono fra il giorno e la notte.

DI NOTTE:

1) Produzione di ossigeno nascente disinfettante

2) Produzione di ozono disinfettante

3) Abbattimento dei batteri con lampade germicida

DI GIORNO , tramite la FOTOCATALISI (Processi di Ossidazione Avanzata)

4) Ozono combinato con Ossigeno

5) Perossido di Idrogeno combinato con raggi UV

6) Ozono combinato con raggi UV

Il sistema AOP POOLS  è una tecnologia progettata, costruita, brevettata completamente MADE IN ITALY

I suoi vantaggi sono:

-Riduzione del cloro fino al 90%

-Più limpidezza dell'acqua

-Maggiore abbattimento dei solidi sospesi

-Abbattimento totale delle cloroammine tramite la FOTOCATALISI

-Assenza di odori sgradevoli nell'acqua della piscina

-Disinfezione totale su batteri, virus ,spore e soprattutto su legionella e pseudomonas aeruginosa.

AOP POOLS essendo una tecnologia brevettata con soluzioni impiantistiche relativamente semplici, permette
  
di contenere i costi totali dell'impianto consentendo di  avvicinare gli utenti che posseggono una piscina a 

tecnologie che fino ad adesso risultavano, a causa dei loro alti costi, proibitive.







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giovedì 2 dicembre 2010

FILTRI PER ACQUA ACCHIAPPA BISCHERI PIU' PERICOLOSI DELL'ARSENICO

Arsenico nell'acqua? È meno pericoloso dei filtri

I sistemi di depurazione fai da te possono arrecare più danni alla salute delle concentrazioni di arsenico rinvenute



Arsenico nell'acqua? È meno pericoloso dei filtri
Sono circa 100.000 in Italia gli abitanti che rischiano di restare senza acqua potabile a causa della bocciatura da parte dell’Unione Europea delle deroghe richieste per i valori dell’arsenico nell’acqua potabile.  Per legge il limite della concentrazione del famigerato elemento è di 10 microgrammi per litro, e l’Ue ha autorizzato deroghe unicamente per valori di arsenico fino a 20 microgrammi al litro spiegando che “valori di 30, 40 e 50 microgrammi per litro determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare talune forme di cancro”.
La soluzione adottata da molti è quella di ricorrere ai sistemi di depurazione dell'acqua fai da te, attraverso filtri e apposite brocche che promettono di eliminare i metalli, in particolare l'arsenico: “Si rischia di bere un prodotto più pericoloso per la salute di quello iniziale. Colpa dell'aumento della carica batterica che può prodursi se non si utilizzano più che correttamente questi strumenti” avverte il segretario del Consiglio nazionale dei chimici, Fernando Maurizi.
L'acqua che esce dai nostri rubinetti, nonostante tutto “è sempre la più garantita e controllata. Resta sempre da preferire - continua l'esperto - anche perché, utilizzando troppo e male i filtri, si rischia anche di bere acqua distillata, priva di qualsiasi sale minerale: quindi nient'affatto benefica. Mentre l'acqua minerale dovrebbe sempre essere scelta per le esigenze specifiche della persona, perché non sono tutte uguali né sempre adatte a tutti”.
G.G.






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lunedì 1 novembre 2010

LIVELLO ANOMALO DI LEGIONELLA NEGLI IMPIANTI IDRICI A BOLOGNA

TRACCE DI LEGIONELLA NEGLI IMPIANTI IDRICI DI DUE OSPEDALI BOLOGNESI

L'azienda sanitaria di Bologna rende noto di aver riscontrato in due ospedali della città, Bellaria e Maggiore, un livello anomalo del batterio della Legionella negli impianti idrici.
"L'Azienda -si legge nel comunicato - ha attivato prontamente tutte le misure di bonifica, di prevenzione e di sorveglianza attiva dei pazienti previste dai protocolli e dalle indicazioni regionali, e monitora costantemente la situazione. Gli interventi di bonifica termineranno questa notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre".
Secondo quanto riferiscono i tecnici dell'ospedale la gestione del controllo degli impianti è appaltato ad una azienda esterna che ne dovrebbe garantire la piena sicurezza. Sulla questione sono intervenuti anche i Nas dei carabinieri.

venerdì 1 ottobre 2010

ACQUA QUESTA SCONOSCIUTA

La respirazione dell'acqua come base della dinamica della vita
Nei sistemi viventi l’acqua è coinvolta in toto nella dinamica della vita. Non solo per la sua presenza numerica (oltre il 99% della totalità delle biomolecole) ma anche per il contributo energetico che questa garantisce continuamente alla materia vivente. La sua caratteristica di trovarsi distribuita tra superfici biologiche come le membrane le consente di assumere una estesa forma di organizzazione che mette in fase i vari Domini di Coerenza presenti in essa. È lecito quindi parlare di Coerenza di Coerenze (Supercoerenza) per l’ “acqua biologica” dei sistemi viventi: un vero e proprio secondo ordine di organizzazione di fase dell’acqua. La caratteristica del singolo Dominio di Coerenza di “caricarsi” dell’ energia ambientale viene massimizzata dalla rete supercoerente (neghentropia). Si avvia così un efficiente meccanismo di conversione energetica dai Domini di Coerenza alle biomolecole presenti nella materia vivente, che garantisce un continuo apporto di energia biochimica necessaria al mantenimento dei cicli vitali. Tale meccanismo agisce in sinergia con la dinamica biologica delle corrispondenti reazioni energetiche biochimiche e costituisce una vera e propria respirazione dell’acqua. La possibilità di progettare rimedi supercoerenti (omeopatici, omotossicologici, Fiori di Bach ecc.) apre nuove potenzialità e prospettive alle metodiche terapeutiche naturali.
La dinamica della materia vivente è profondamente diversa dalla dinamica della materia non vivente. Infatti la materia non vivente richiede sempre un apporto immediato di energia esterna per variare il proprio stato di moto e/o compiere lavoro esterno. La materia vivente, al contrario, è capace di movimento spontaneo ottenuto a spese di un capitale energetico accumulato nel tempo attraverso l’attività metabolica e al quale attinge nel momento della necessità. Mentre un frullatore inizia il suo moto solo nel momento in cui la sua spina è inserita nella presa, un essere vivente può iniziare a muoversi attingendo all’energia accumulata e immagazzinata magari il giorno prima. Qual è la possibile origine di questa differenza? Rivolgiamoci alla termodinamica e scriviamone il primo principio per un sistema che evolva dallo stato iniziale 1 allo stato finale 2. La variazione di energia U2-U1  è la somma del lavoro L e del calore Q scambiati con l’ambiente durante la trasformazione.
equazione (1): U2 – U1 = L + Q
Ricordando che la temperatura assoluta T (la temperatura assoluta è quella il cui zero è situato a 273 gradi centigradi sotto il punto di fusione del ghiaccio) è all’incirca costante nei processi biologici e introducendo l’entropia S, si ha:
equazione (2): Q = T ( S2 – S1 )
che, combinata con l’equazione (1), dà:
equazione (3): L = U2 – U1 – T ( S2 – S1)
L’equazione (3) dà luogo a due possibilità:
1.     durante la trasformazione dallo stato 1 allo stato 2 l’entropia cresce; questo vuol dire che una parte dell’energia in transito nel sistema va perduta per attriti e alimenta gradi di libertà che non danno luogo a lavoro “utile”. In questo caso il sistema è capace di erogare lavoro sull’ambiente, cioè di dar luogo ad L negativo, se e solo se la differenza U1 – U2 è positiva e maggiore del “costo” della trasformazione, cioè T ( S 2 – S1 );
2.     il sistema è in grado di diminuire la sua entropia, per cui ( S2 – S1 ) è negativo. In questo caso il sistema deve cedere energia all’ambiente, cioè U2 – U1 deve essere negativo. In questo caso il “nucleo dissipativo” cede energia alla struttura attiva del sistema che può compiere lavoro esterno.
Il primo caso corrisponde ad un sistema passivo che deve ricevere dall’esterno un’energia abbastanza alta, tale da eccedere gli attriti, per produrre lavoro. Il secondo caso invece corrisponde ad un sistema attivo come è appunto un organismo vivente. Esso estrae l’energia che gli serve dallo stock accumulato al proprio interno con alto contenuto entropico e la concentra poì sui gradi di libertà utili determinando così un calo di entropia (meccanismo attivato dalla funzione di vortici che si formano all’interno dei Domini di Coerenza; tale meccanismo viene esposto successivamente nel presente scritto). Questa riduzione di entropia può essere compiuta se il sistema è aperto.
La chiave per avere una materia “attiva”, e quindi vivente, è la capacità di diminuire l’entropia. Questo punto è stato sottolineato da un certo numero di pionieri come Schroedinger1, Szent-Gyorgyi2, Prigogine3, che hanno introdotto il concetto di neghentropia, ovvero di entropia negativa, come chiave per la comprensione dello stato vivente. I progressi della moderna teoria quantistica dei campi4 e 5 hanno mostrato il ruolo centrale delle interazioni elettromagnetiche tra le molecole per raggiungere questo obiettivo.
Riassumiamo brevemente la linea argomentativa che emerge dalla teoria dei campi. Prendiamo un insieme di unità microscopiche, ad esempio molecole, capaci di esistere in una pluralità di configurazioni interne; per semplicità supponiamo che queste configurazioni siano soltanto due. La dimensione tipica di queste molecole è qualche Angstrom (l’Angstrom è un centomilionesimo di centimetro), mentre il tipico salto di energia tra differenti configurazioni interne della molecola è dell’ordine di alcuni elettronvolt; per fissare le idee diciamo una decina, come nel caso dell’acqua. Questo insieme di unità microscopiche interagisce con il campo elettromagnetico, sia quello contenuto nell’eventuale fondo ambientale, sia quello connesso con le fluttuazioni quantistiche del vuoto. Il campo elettromagnetico interagisce con la materia non in modo continuo ma attraverso lo scambio di quantità discrete di energia dette fotoni. Quanto è esteso spazialmente un fotone? La risposta della teoria dei campi è che un fotone non può essere più piccolo della lunghezza d’onda dell’oscillazione cui corrisponde. Nel caso di un fotone di 12 elettronvolt la sua lunghezza d’onda è 1000 Angstrom. Pertanto un fotone è un oggetto esteso in una regione il cui volume è il cubo della lunghezza d’onda.
Notiamo perciò che l’agente fisico capace di indurre cambiamenti di configurazione interna in un oggetto avente la dimensione di qualche Angstrom è un oggetto fisico molto più grande al cui interno possono trovarsi molte altre molecole. Per esempio, nel caso dell’acqua, alla temperatura di 100 gradi centigradi e alla pressione di 1 atmosfera, un fotone di 12 elettronvolt coinvolge simultaneamente, all’interno della sua lunghezza d’onda, 20.000 molecole. Esaminiamo ora l’interazione di questo fotone proveniente dal vuoto quantistico oppure dal fondo ambientale e le molecole presenti nello stato di gas. Un fotone comincia ad eccitare una molecola portandola dalla configurazione di bassa energia a quella di alta energia. La molecola resta eccitata per un breve periodo (dell’ordine di una piccolissima frazione di secondo) quindi decade nello stato originale riemettendo il fotone che a sua volta può avere due differenti destini. Può tornare nel mezzo (fondo ambientale o vuoto quantistico) da cui era venuto, oppure può eccitare una seconda molecola. La variabile critica che definisce il destino del fotone è la densità delle molecole. Detta P la probabilità che il fotone ecciti una molecola singola, se il numero N delle molecole contenuto nel volume occupato dal fotone è tale che il prodotto PN eccede 1, il fotone non sarà più capace di tornare da dove era venuto ma rimbalzerà continuamente da una molecola all’altra producendo quindi all’interno di quella regione un campo elettromagnetico che non si spegne più. Il vuoto, ovvero il fondo ambientale, ha perduto stabilmente un fotone a vantaggio della materia ma esso continua a fluttuare elettromagneticamente, per cui produce continuamente nuovi fotoni che subiscono lo stesso destino del primo. In un tempo molto breve  nella regione data si accumula un  numero di fotoni sufficiente a fare oscillare simultaneamente tutte le molecole tra le due configurazioni; la regione è diventata  un Dominio di Coerenza. Le molecole che precedentemente si muovevano in modo indipendente ora hanno acquisito una correlazione, un comportamento collettivo, che ne limita l’indipendenza individuale determinando perciò una diminuzione dell’entropia. La diminuzione dell’entropia è perciò connessa all’insorgenza della coerenza elettrodinamica. La proprietà sopra discussa è una proprietà universale della materia che si applica a tutte le specie molecolari. In particolare l’insorgere della coerenza nell’oscillazione tra le configurazioni della nuvola elettronica delle molecole caratterizza lo stato liquido, mentre l’estensione della coerenza ai nuclei dà luogo all’apparizione dello stato solido.
In questo quadro l’acqua liquida gode di una proprietà peculiare, non condivisa dalle altre specie molecolari, che la rende adatta a dare origine al fenomeno della vita. Infatti, nel caso dell’acqua liquida, l’oscillazione coerente delle nuvole elettroniche delle  molecole che dà luogo alla formazione dei Domini di Coerenza avviene tra una configurazione di bassa energia in cui tutti gli elettroni sono fortemente legati all’interno della molecola e uno stato eccitato di alta energia in cui per  ogni  molecola un elettrone è pressoché libero, nel senso che l’energia residua di legame è estremamente piccola. Perciò, mentre le molecole non coerenti di acqua non possono cedere elettroni, i Domini di Coerenza dell’acqua hanno una forte propensione a cedere elettroni, diventando quindi elementi chimicamente riducenti, oppure possono dar luogo a stati eccitati in quanto eventuali apporti di energia esterna al Dominio di Coerenza possono indurre la formazione di stati eccitati collettivi (vortici) di questo insieme di elettroni quasi liberi. Il Dominio di Coerenza dell’acqua liquida a differenza dei Domini di Coerenza delle altre specie molecolari è suscettibile di dar luogo a un gran numero di stati eccitati. Nasce di conseguenza la possibilità di un ulteriore livello di coerenza generato dall’oscillazione collettiva di una pluralità di Domini di Coerenza dell’acqua tra due proprie configurazioni: una coerenza tra Domini di Coerenza, ovvero una Supercoerenza, che da un lato fa crescere la dimensione della regione correlata dal decimo di micron dei Domini di Coerenza elementari dell’acqua fino ai micron delle cellule, ai centimetri degli organi o ai metri degli organismi superiori.
Come avviene l’oscillazione collettiva di questi Domini di Coerenza? Data la pluralità6 dei livelli eccitati del Dominio di Coerenza esso è in grado di prelevare dal rumore ambientale piccole quantità di energia trasformandole in vortici coerenti di elettroni quasi liberi. La durata di tali eccitazioni vorticose può essere molto lunga (giorni, settimane, mesi) poiché a causa della coerenza l’attrito interno è nullo, non vi sono collisioni e il Dominio non può dissipare energia in forma termica. Data la lunga durata di queste eccitazioni è possibile sommarne un gran numero all’interno del dominio, come essere in grado di accumulare un capitale di 1 milione di euro in monetine da 1 centesimo. Ogni vortice è un moto di elettroni, cioè di particelle elettricamente cariche, che dà luogo alla apparizione di un momento magnetico, il quale a sua volta si allinea col campo magnetico ambientale, che in ultima analisi può anche essere il campo magnetico terrestre. I vortici perciò non possono elidersi l’un l’altro ma si sommano coerentemente, trasformando quindi  energia ambientale di bassa qualità (alta entropia) in energia coerente di alta qualità (bassa entropia) capace di indurre, come preconizzato da Szent-Gyorgyi, l’eccitazione elettronica delle molecole circostanti il dominio di coerenza. Di fatto come spiegato altrove6 e 7, quando l’energia accumulata nel dominio di coerenza raggiunge il livello corrispondente all’energia di attivazione chimica delle biomolecole presenti nel dominio di coerenza nell’acqua, si ha per risonanza elettromagnetica il trasferimento di energia. Il Dominio di Coerenza si scarica, completando così la sua oscillazione, e un insieme di reazioni chimiche ben definito ha luogo, governato da una legge di risonanza elettromagnetica e non dal regime diffusivo fondato sui moti e urti casuali delle molecole tipico della chimica non biologica. In questo modo è possibile raggiungere simultaneamente due obiettivi:
1.     si rende possibile l’oscillazione dei Domini di Coerenza dell’acqua, precondizione necessaria per l’insorgenze della Supercoerenza, che estende il raggio di correlazione su distanze di interesse biologico;
2.     si genera una biochimica non governata dagli urti casuali tra molecole ma da un codice di mutuo riconoscimento e richiamo tra molecole fondato sulla interazione elettromagnetica a lunga distanza.
Le reazioni biochimiche diventano così selettive, cioè obbedienti a specifici codici organici, e veloci. Inoltre l’energia chimica liberata durante le reazioni chimiche, una volta assunta dal Dominio di Coerenza, ne modifica la frequenza caratteristica di oscillazione, determinando a sua volta la modifica del tipo di specie molecolari capaci di risuonare col dominio. Abbiamo perciò un regime coerente non stazionario ma che si evolve nel tempo generando a sua volta un quadro biochimico dipendente dal tempo. In questo modo si ottiene un accordo qualitativo con le principali manifestazioni della dinamica del vivente che appaiono incomprensibili nel quadro concettuale di una chimica governata dal regime diffusivo e dagli urti casuali. La dinamica complessiva del vivente appare in ultima analisi emergere dal ritmo oscillatorio dell’acqua e dalle manifestazioni energetiche connesse che, come spiegato altrove7, possono essere viste come una sorta di respirazione dell’acqua.
È possibile verificare la fondatezza delle proprietà su esposte dell’acqua attraverso alcuni test empirici ed applicazioni pratiche (Tecnologia WHITE), che rappresentano la declinazione di un fondamentale principio biofisico di funzionamento proposto da A.Tedeschi8 e 9 per la realizzazione di acqua supercoerente che sta a monte delle particolari e specifiche rappresentazioni tecnologiche che ne conseguono. Questo avanzamento scientifico nella comprensione della natura fisica dell’acqua presente nei sistemi viventi consente non solo di evidenziare maggiormente il ruolo dell’acqua nella materia vivente ma anche di progettare i rimedi (omeopatici, omotossicologici, Fiori di Bach ecc.) in accordo sinergico con le caratteristiche del vivente e di permettere così nuove potenzialità di azione  terapeutica. La dinamica energetica e informazionale dei sistemi viventi ruota infatti prevalentemente attorno al suo componente essenziale: l’acqua, esattamente come nella stragrande maggioranza dei rimedi. L’acqua è infatti l’essenza della materia vivente (circa il 99% del numero delle molecole e il 60-70% del peso).
L’acqua biologica dei sistemi viventi ha la caratteristica di essere supercoerente, ovvero di avere una organizzazione estesa della stessa, un ritmo collettivo di oscillazione tra i Domini di Coerenza (Coerenza tra Domini di Coerenza). In condizioni di normalità e di salute l’acqua del sistema vivente  si trova  nella condizione di supercoerenza, facilitata dalla presenza di continue superfici biologiche interfacciali che ne inducono l’organizzazione, mentre la semplice acqua (“bulk water”, come quella contenuta in un rimedio o in un bicchiere d’acqua) non presenta normalmente questa caratteristica fondamentale. La possibilità invece di realizzare acqua supercoerente anche nella forma di semplice acqua (bulk water) consente la progettazione di rimedi che possono regolare (in accordo con la specificità delle specie molecolari disciolte o diluite in acqua) le caratteristiche di supercoerenza naturalmente presenti in un corpo sano. In particolare si interviene su vari fattori:
1.     regolazione dell’accesso al fondo elettromagnetico (Vuoto), ovvero della capacità di essere costantemente “nutriti” di energia di alta qualità (neghentropica) convogliata dall’ambiente a favore dell’ attività biologica vitale. (NdA: c’è un forte parallelismo di fatto tra la spiegazione fisica qui proposta e il concetto di Jing e Chi (o Qi), il capitale di energia vitale descritto dalla Medicina Tradizionale Cinese (MTC). Se per l’MTC il Jing e Chi iniziale dato alla nascita si estingue nella vita più o meno velocemente secondo gli eventi storici della persona (malattie, abitudini di vita, qualità ambientale, alimentazione ecc..) , nella visione fisica qui proposta il Chi diventa l’accesso continuo all’energia di fondo ambientale (fluttuazioni quantistiche del Vuoto) che permea ogni spazio ed è inestinguibile per definizione. Il decadimento nel tempo della capacità di rimanere coerenti e soprattutto di aggiornare la propria dinamica coerente alle inevitabili variazioni ambientali (plasticità di adattamento) determinano la conseguente perdita, più o meno importante, dell’accesso all’energia vitale prelevata dall’ambiente. È evidente quindi la funzione centrale della coerenza biologica nel mantenimento della vitalità!
2.     regolazione ed estensione dei livelli di coerenza biologica che si manifestano nella capacità di dialogare e risuonare con l’ambiente circostante a più livelli.
Ogni organismo vivente non può essere considerato un corpo isolato ma un elemento biologico che dinamicamente dialoga con il proprio ambiente costituito non solo da altri organismi viventi ma anche da  materia inanimata. In generale si può quindi affermare che il corpo dialoga naturalmente con l’interezza dell’esistenza (la vita è un sistema aperto!). La coerenza e i fenomeni dissipativi che la fondano determinano infatti  le caratteristiche del continuo scambio tra corpo e ambiente (G.Vitiello)10, propriamente regolato dalla struttura supercoerente dell’acqua biologica. Quanto è allora più ampia la dinamica delle coerenze nel corpo, tanto maggiore e più efficiente risulterà il dialogo, la risonanza e l’integrazione con l’ambiente; di conseguenza si avranno minori  aspetti conflittuali, stress e problemi di adattamento disfunzionale e una aumentata capacità di risoluzione dei conflitti biologichi e psichici di varia natura. In questa ottica, la pratica delle metodiche terapeutiche naturali assume nuovi e interessanti orizzonti da esplorare.
Bibliografia
§  1Schroedinger, E. (1944). What is life? Cambridge: Cambridge University Press;
§  2Szent-Gyorgyi A. Bioenergetics. Academic Press Inc. New York, 1957;
§  3Nicolis G, Prigogine I (1977). Self-organization in non-equilibrium systems. Wiley & Sons, New York;
§  4G.Preparata, QED Coherence in Matter, World Scientific , London, New Jersey , Singapore, 1995;
§  5Del Giudice E, Vitiello G (2006). Role of the electromagnetic field in the formation of domains in the process of symmetry-breaking phase transition. Phys Rev A. 74: 1-9;
§  6Del Giudice E, Tedeschi A (2009). Water and the autocatalysis in living matter, Electromagnetic Biology and Medicine, 28, 46;
§  7Voeikov, VL, Del Giudice, E ,Water Respiration – the Basis of the Living State , Water Journal , (waterjournal.org), 1-2009;
§  8E.Del Giudice, A.Tedeschi, La vita come forma di organizzazione dell’acqua, La Medicina Biologica, ott-nov 2008;
§  9A.Tedeschi, Is the living dynamics able to change the properties of water? , “The International Journal of Design, Nature and Ecodynamics” ,WIT, special issue “The Nature of Water” referred to “Structures of liquid water: physical-chemical and biological aspects”, Brainstorming in Ischia (NA) , 2010;
§  10G.Vitiello, Essere nel mondo: io e il mio doppio, Atque, 2008.

Articolo scritto il 5 aprile 2010 da Prof. Emilio Del Giudice
Coautore dell’articolo: Alberto Tedeschi.


sabato 19 giugno 2010

SI PUO' ESTRARRE L'URANIO DALL'ACQUA DI MARE?

Estrarre uranio dall'acqua di mare

Gli esperti stimano che gli oceani contengono miliardi di tonnellate di uranio che potrebbe essere utilizzato in centrali nucleari. Finora, tuttavia, si è rivelato troppo difficile da estrarre. Recentemente però una ricerca statunitense pubblicata dalla rivista Chemical Science, descrive una nuova classe di molecole capace di estrarre il minerale dagli oceani.



Il ligando a cui stanno lavorando i ricercatori dello Scripps research institute di La Jolla, in California, ha mostrato nelle prove di laboratorio una grande affinità per l'uranio, che riesce a "incapsulare" e poi rilasciare. La speranza è che la ricerca porterà a modi economici di estrarre uranio dagli oceani.



Infatti, negli oceani ci sono solo 0,003 parti per milione di questo minerale, ma se si riuscisse ad estrarlo costituirebbe una fonte pressoché infinita, stimata in 4,5 miliardi di tonnellate: "Questa quantità - ha spiegato uno degli autori della ricerca, Orion Berryman - è mille volte superiore a quella che si trova sulla terraferma".



In pratica una scorta illimitata. La ricerca appare sulla rivista Science Chemisty ed è stata pubblicata dalla Royal Society of Chemistry

martedì 1 giugno 2010

NAPOLI E CASERTA LA FALDA INQUINATA DA SOSTANZE CANCEROGENE

Napoli: la falda acquifera inquinata da 25 anni




Le analisi non lasciano dubbi: la falda acquifera nei terreni dell’area Nord di Napoli fino a sud di Caserta è inquinata da sostanze cancerogene. Un vero e proprio disastro ambientale, causato da rifiuti speciali e fanghi pericolosi, a cui si aggiungono quelli non speciali e i solidi urbani, sversati per 23 anni nei terreni a Nord di Napoli anche dopo il sequestro dell'area nel 2004 e in totale assenza di misure di contenimento e di preservazione per l'ambiente.



A sostenerlo è il geologo Giovanni Balestri in una relazione consegnata alla DDA di Napoli. Una contaminazione che mette in serio rischio la popolazione che utilizza i pozzi, anche per usi alimentari, e le parecchie attività agricole e zootecniche che usano l'acqua per l'irrigazione dei campi e il beveraggio degli animali.



I dati stilati da Balestri evidenziano che la contaminazione potrebbe arrivare anche alla rete idrica superficiale idrica dei Regi Lagni. Secondo il geologo si tratta di ''un disastro ambientale che mostrerà tutta la sua virulenza sull'uomo tra 79 anni, nel 2064''. Infatti, tanto impiegherà il percolato, non arginato da alcuna forma di contenimento e mai smaltito, ad attraversare il tufo sottostante per poi manifestarsi.



Nell'ex area Resit sarebbero state sotterrate 314 mila tonnellate di rifiuti speciali, 160.500 di rifiuti speciali non pericolosi e 305mila tonnellate di rifiuti solidi urbani. Un quadro, quello portato alla luce anche grazie alle dichiarazioni del pentito Gaetano Vassallo, che fa rabbrividire e che ha spinto i tecnici nominati dalla Procura a spingere sul pedale dell’acceleratore, affinché s’intervenga quanto prima, anche con provvedimenti drastici.



In tale direzione, s’inserisce l’ordinanza adottata dal sindaco di Giugliano Giovanni Pianese che, tra l’altro, decreta il divieto di vendere il raccolto dell’area a maggior rischio. Ma c’è di più: lo stesso primo cittadino, in una lettera indirizzata a Procura e Provincia di Napoli, spiega che “se non ci saranno interventi immediati di bonifica, si potrebbe arrivare al blocco totale dell’utilizzo dell’acqua dei pozzi ed al divieto di commercializzazione di frutta e verdura di un’area più estesa, che arriva fino a CastelVolturno”. Vista la gravità della situazione, per il risanamento dell'area ex Resit sono stati stanziati ''ad horas'' 50 milioni di euro.

sabato 29 maggio 2010

BOLZANO LICENZA EDILIZIA SOLO IN PRESENZA DI ACQUA POTABILE

Alto Adige: licenza edilizia solo in presenza di acqua potabile

Venerdì 28 Maggio 2010 17:38

Presentato dall'assessore all'ambiente Laimer il piano di tutela delle acque potabili


L'assessore all'ambiente della provincia di Bolzano, Michl Laimer, ha presentato il Piano di tutela alle acque potabili approvato dalla Giunta ad aprile. Oltre a fornire un quadro competo della situazione attuale, il Piano fissa anche gli obiettivi ed i criteri per l'utilizzazione delle acque potabili, nonché la parte normativa riguardante la sostenibilità ambientale.



Aspetto innovativo del piano è rappresentato dal fatto che prima di concedere la licenza edilizia deve essere effettuata la verifica riguardo alla presenza di sufficienti fonti di acqua potabile. Il Piano prevede anche l’ampliamento delle zone di tutela dell’acqua potabile al fine di assicurare le riserve idriche.



Obiettivo: 15%

Al centro del discorso dell'assessore, ovviamente, l'importanza fondamentale dell'acqua potabile per il patrimonio idrico altoatesino che dispone di 10.000 m3 annui di acqua per ogni abitante. Laimer ha però sottolineato anche le perdite d'acqua potabile che si verificano negli acquedotti: circa 25%. Un dato comunque non così preoccupante se confrontato con altre Regioni italiane che raggiungono il 70%. Nonostante questo però, l'assessorato si è impegnato a ridurre ulteriormente le perdite ed a raggiungere il livello del 15%.



Situazione altoatesina

Ogni anno in Alto Adige si registrano precipitazioni per 5000 milioni di metri cubi d'acqua: 55 milioni vengono utilizzati come acqua potabile, 170 milioni nel settore dell’agricoltura e 75 milioni per l’industria. Circa il 95% delle famiglie altoatesine sono allacciate alle condutture idriche pubbliche, ha sottolineato il direttore dell’Ufficio gestione risorse idriche, Wilfried Rauter. In alto Adige vi sono 541 acquedotti pubblici, 1700 sorgenti e 100 pozzi.



Tra i dati resi noti nel corso dell’incontro è emerso infine che un cittadino altoatesino in media spende 40 euro all’anno per l’acqua potabile, meno di quanto viene speso, ad esempio, per lo stesso servizio in Austria, 100 euro, o in Germania, tra i 75 ed i 250 euro.

martedì 25 maggio 2010

IDROCARBURI CLORURATI NELLE FALDE NUOVA METODOLOGIA DI INDAGINE

Una tecnologia low cost per monitorare l'inquinamento dell'acqua


Uno dei grandi problemi ambientali è rappresentato dalla presenza dei CHC, i famigerati "idrocarburi clorurati” nelle falde acquifere. Si tratta di un gruppo di sostanze chimiche utilizzate essenzialmente come solventi. A partire dagli anni '20 sono state impiegate in grosse quantità in diversi settori produttivi: nell'industria meccanica, nelle tintorie o lavanderie chimiche, nell'industria orologiera, in quella cartaria, ma anche per l'estrazione della caffeina o per la fabbricazione di pesticidi in agricoltura.



Questi solventi sono, in effetti, molto facili da manipolare, sono economici e non emanano odori sgradevoli. Si è scoperto solo negli anni '80 quanto siano pericolosi per la salute. E solo più tardi ci si è accorti della presenza di queste sostanze anche nelle acque sotterranee e nell'acqua potabile e da allora gli esperti hanno cominciato ad occuparsi in modo sistematico delle loro caratteristiche e della loro diffusione.



Questi sono inquinanti detti persistenti: sono cioè sostanze che si accumulano nell'ambiente e che si decompongono o molto lentamente o affatto. Per verificare la presenza di queste sostanze nelle acque sotterranee il processo è ancora lento e costoso. Ma mediante una tecnologia innovativa sviluppata presso l’Oak Ridge National Laboratory, negli USA, il rilevamento potrebbe divenire più semplice.



Il metodo introdotto è stato pubblicato su Analitic Chemistry e utilizza la spettrometria per mobilità ionica per il monitoraggio di idrocarburi clorurati in acqua. "La nostra tecnologia rappresenta un basso costo ancora modo altamente accurato per monitorare inquinanti in acqua e aria", riferisce June Xu il ricercatore a capo del progetto.



Il sistema è in grado di rilevare tetracloroetilene e tricloroetilene in acqua a partire da una concentrazione di 75 microgrammi per litro, in soli di tre minuti con un abbattimento dei costi di monitoraggio a lungo termine fino all’80 per cento.



Co-autori del documento, dal titolo "Membrane-extraction ion mobility spectrometry for in situ detection of chlorinated hydrocarbons in water"sono Yongzhai Du, Zhang Wei, William Whitten e David Watson di ORNL e Haiyang Li.

giovedì 13 maggio 2010

ITALIA DEFERITA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA UE SUL TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE URBANE

 

Acque reflue, l'Italia deferita alla Corte di Giustizia Ue


Per la Commissione europea l'Italia ha violato la direttiva Ue sul trattamento delle acque reflue urbane



La Commissione europea ha deferito l’Italia e la Spagna alla Corte di giustizia dell’UE per aver violato la direttiva del 1991 sul trattamento delle acque reflue urbane, che come è noto rappresentano un rischio per la salute, se non adeguatamente trattate, così come per l'ambiente marino e le acque dolci.



In base alla direttiva 91/271/CEE i due Paesi avrebbero dovuto infatti predisporre entro il 31 dicembre 2000 sistemi adeguati per il convogliamento e il trattamento delle acque nei centri urbani con oltre 15mila abitanti. Già nel 2004 l’Italia e la Spagna avevano ricevuto una prima lettera di diffida, poiché risultava che un numero elevato di città e centri urbani non era in regola con la normativa.





178 Comuni italiani inadempienti

Una seconda lettera è stata spedita alla Spagna nel dicembre 2008 e all’Italia nel febbraio 2009 e da una successiva valutazione è risultato che circa 178 città e centri urbani italiani (tra cui Reggio Calabria, Lamezia Terme, Caserta, Capri, Ischia, Messina, Palermo, San Remo, Albenga e Vicenza) e circa 38 centri urbani spagnoli (fra cui A Coruña, Santiago, Gijon e Benicarlo) non si erano ancora conformati alla direttiva. “Le acque reflue urbane non trattate – ha dichiarato il commissario europeo per l’ambiente Janez Potočnik - costituiscono sia un pericolo per la sanità pubblica sia la principale causa di inquinamento delle acque costiere e interne. Non è accettabile che, più di otto anni dopo il termine stabilito, l’Italia e la Spagna non si siano ancora conformate a questa importante normativa. La Commissione non ha altra scelta se non portare i due casi innanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea”.





Record negativo in Sicilia

“L'Italia primeggia per inadempienza sia alle proprie leggi che a quelle comunitarie”. Questo il commento dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) che ha anche fornito un elenco dei Comuni inosservanti suddivisi per Regioni. Ad “eccellere” è la Sicilia con 74 Comuni su 178, pari al 42%; segue la Calabria con 32, pari al 18%; poi la Campania con 23 comuni, 13%; la Liguria con 19, 11%; la Puglia con 10, 6%, ecc. Le tre regioni del Sud, Sicilia, Calabria e Campania, hanno 129 Comuni sui 178 sotto accusa, pari al 73% del totale. “Insomma – conclude l'Aduc - governi di centro-destra o di centro-sinistra, la situazione cambia poco. A danno dei cittadini, ovviamente”.

118 TIPI DI PESTICIDI DIVERSI NELLE ACQUE ITALIANE

ISPRA: le acque inquinate dai residui di prodotti fitosanitari

Nelle acque italiane sono stati rinvenuti 118 i tipi di pesticidi diversi. Lo ha reso noto l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che ha pubblicato i dati sul monitoraggio nazionale dei residui di prodotti fitosanitari nelle acque sulla base delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente.



Queste sostanze sono utilizzate - spiega l'Ispra - in agricoltura e, complici le piogge, vengono trasportate dal suolo alle acque sotterranee e superficiali. In Italia solo il comparto agricolo impiega oltre 300 diverse sostanze per un quantitativo pari a circa 150 mila tonnellate all'anno.



Nel biennio 2007-2008 sono stati valutati 19.201 campioni provenienti dalle 18 Regioni che hanno trasmetto i dati. Secondo il rapporto “critica” appare la contaminazione di una sostanza, la Terbutilazina, usata per colture di mais e sorgo. “Nelle regioni - si legge nel rapporto Ispra - dove l'uso della sostanza è più intenso (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna) la contaminazione interessa più dell'80% dei siti delle acque superficiali controllati”. Inoltre il rapporto segnala la “presenza diffusa” in tutta l'area Padano-Veneta di atrazina, residuo di una contaminazione storica.



In generale il rapporto Ispra rileva una copertura del territorio ancora incompleta ma anche differenze tra le regioni. Il monitoraggio, infatti, risulta più efficace al nord e “spesso limitato e poco rappresentativo” al centro-sud. Per quanto riguarda i dati sui campioni, nel 2008 le indagini hanno riguardato 3136 punti di campionamento e 9531 campioni.



Rinvenuti residui di pesticidi nel 47,9% dei 1082 punti di monitoraggio delle acque superficiali, nel 31,7% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti delle acque potabili. Nelle acque sotterranee, infine, contaminato il 27% dei 2054 punti esaminati.

PFAS COME EIMINARLI DALL'ACQUA POTABILE

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