martedì 25 maggio 2010

IDROCARBURI CLORURATI NELLE FALDE NUOVA METODOLOGIA DI INDAGINE

Una tecnologia low cost per monitorare l'inquinamento dell'acqua


Uno dei grandi problemi ambientali è rappresentato dalla presenza dei CHC, i famigerati "idrocarburi clorurati” nelle falde acquifere. Si tratta di un gruppo di sostanze chimiche utilizzate essenzialmente come solventi. A partire dagli anni '20 sono state impiegate in grosse quantità in diversi settori produttivi: nell'industria meccanica, nelle tintorie o lavanderie chimiche, nell'industria orologiera, in quella cartaria, ma anche per l'estrazione della caffeina o per la fabbricazione di pesticidi in agricoltura.



Questi solventi sono, in effetti, molto facili da manipolare, sono economici e non emanano odori sgradevoli. Si è scoperto solo negli anni '80 quanto siano pericolosi per la salute. E solo più tardi ci si è accorti della presenza di queste sostanze anche nelle acque sotterranee e nell'acqua potabile e da allora gli esperti hanno cominciato ad occuparsi in modo sistematico delle loro caratteristiche e della loro diffusione.



Questi sono inquinanti detti persistenti: sono cioè sostanze che si accumulano nell'ambiente e che si decompongono o molto lentamente o affatto. Per verificare la presenza di queste sostanze nelle acque sotterranee il processo è ancora lento e costoso. Ma mediante una tecnologia innovativa sviluppata presso l’Oak Ridge National Laboratory, negli USA, il rilevamento potrebbe divenire più semplice.



Il metodo introdotto è stato pubblicato su Analitic Chemistry e utilizza la spettrometria per mobilità ionica per il monitoraggio di idrocarburi clorurati in acqua. "La nostra tecnologia rappresenta un basso costo ancora modo altamente accurato per monitorare inquinanti in acqua e aria", riferisce June Xu il ricercatore a capo del progetto.



Il sistema è in grado di rilevare tetracloroetilene e tricloroetilene in acqua a partire da una concentrazione di 75 microgrammi per litro, in soli di tre minuti con un abbattimento dei costi di monitoraggio a lungo termine fino all’80 per cento.



Co-autori del documento, dal titolo "Membrane-extraction ion mobility spectrometry for in situ detection of chlorinated hydrocarbons in water"sono Yongzhai Du, Zhang Wei, William Whitten e David Watson di ORNL e Haiyang Li.

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