giovedì 13 maggio 2010

ITALIA DEFERITA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA UE SUL TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE URBANE

 

Acque reflue, l'Italia deferita alla Corte di Giustizia Ue


Per la Commissione europea l'Italia ha violato la direttiva Ue sul trattamento delle acque reflue urbane



La Commissione europea ha deferito l’Italia e la Spagna alla Corte di giustizia dell’UE per aver violato la direttiva del 1991 sul trattamento delle acque reflue urbane, che come è noto rappresentano un rischio per la salute, se non adeguatamente trattate, così come per l'ambiente marino e le acque dolci.



In base alla direttiva 91/271/CEE i due Paesi avrebbero dovuto infatti predisporre entro il 31 dicembre 2000 sistemi adeguati per il convogliamento e il trattamento delle acque nei centri urbani con oltre 15mila abitanti. Già nel 2004 l’Italia e la Spagna avevano ricevuto una prima lettera di diffida, poiché risultava che un numero elevato di città e centri urbani non era in regola con la normativa.





178 Comuni italiani inadempienti

Una seconda lettera è stata spedita alla Spagna nel dicembre 2008 e all’Italia nel febbraio 2009 e da una successiva valutazione è risultato che circa 178 città e centri urbani italiani (tra cui Reggio Calabria, Lamezia Terme, Caserta, Capri, Ischia, Messina, Palermo, San Remo, Albenga e Vicenza) e circa 38 centri urbani spagnoli (fra cui A Coruña, Santiago, Gijon e Benicarlo) non si erano ancora conformati alla direttiva. “Le acque reflue urbane non trattate – ha dichiarato il commissario europeo per l’ambiente Janez Potočnik - costituiscono sia un pericolo per la sanità pubblica sia la principale causa di inquinamento delle acque costiere e interne. Non è accettabile che, più di otto anni dopo il termine stabilito, l’Italia e la Spagna non si siano ancora conformate a questa importante normativa. La Commissione non ha altra scelta se non portare i due casi innanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea”.





Record negativo in Sicilia

“L'Italia primeggia per inadempienza sia alle proprie leggi che a quelle comunitarie”. Questo il commento dell'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) che ha anche fornito un elenco dei Comuni inosservanti suddivisi per Regioni. Ad “eccellere” è la Sicilia con 74 Comuni su 178, pari al 42%; segue la Calabria con 32, pari al 18%; poi la Campania con 23 comuni, 13%; la Liguria con 19, 11%; la Puglia con 10, 6%, ecc. Le tre regioni del Sud, Sicilia, Calabria e Campania, hanno 129 Comuni sui 178 sotto accusa, pari al 73% del totale. “Insomma – conclude l'Aduc - governi di centro-destra o di centro-sinistra, la situazione cambia poco. A danno dei cittadini, ovviamente”.

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