martedì 1 giugno 2010

NAPOLI E CASERTA LA FALDA INQUINATA DA SOSTANZE CANCEROGENE

Napoli: la falda acquifera inquinata da 25 anni




Le analisi non lasciano dubbi: la falda acquifera nei terreni dell’area Nord di Napoli fino a sud di Caserta è inquinata da sostanze cancerogene. Un vero e proprio disastro ambientale, causato da rifiuti speciali e fanghi pericolosi, a cui si aggiungono quelli non speciali e i solidi urbani, sversati per 23 anni nei terreni a Nord di Napoli anche dopo il sequestro dell'area nel 2004 e in totale assenza di misure di contenimento e di preservazione per l'ambiente.



A sostenerlo è il geologo Giovanni Balestri in una relazione consegnata alla DDA di Napoli. Una contaminazione che mette in serio rischio la popolazione che utilizza i pozzi, anche per usi alimentari, e le parecchie attività agricole e zootecniche che usano l'acqua per l'irrigazione dei campi e il beveraggio degli animali.



I dati stilati da Balestri evidenziano che la contaminazione potrebbe arrivare anche alla rete idrica superficiale idrica dei Regi Lagni. Secondo il geologo si tratta di ''un disastro ambientale che mostrerà tutta la sua virulenza sull'uomo tra 79 anni, nel 2064''. Infatti, tanto impiegherà il percolato, non arginato da alcuna forma di contenimento e mai smaltito, ad attraversare il tufo sottostante per poi manifestarsi.



Nell'ex area Resit sarebbero state sotterrate 314 mila tonnellate di rifiuti speciali, 160.500 di rifiuti speciali non pericolosi e 305mila tonnellate di rifiuti solidi urbani. Un quadro, quello portato alla luce anche grazie alle dichiarazioni del pentito Gaetano Vassallo, che fa rabbrividire e che ha spinto i tecnici nominati dalla Procura a spingere sul pedale dell’acceleratore, affinché s’intervenga quanto prima, anche con provvedimenti drastici.



In tale direzione, s’inserisce l’ordinanza adottata dal sindaco di Giugliano Giovanni Pianese che, tra l’altro, decreta il divieto di vendere il raccolto dell’area a maggior rischio. Ma c’è di più: lo stesso primo cittadino, in una lettera indirizzata a Procura e Provincia di Napoli, spiega che “se non ci saranno interventi immediati di bonifica, si potrebbe arrivare al blocco totale dell’utilizzo dell’acqua dei pozzi ed al divieto di commercializzazione di frutta e verdura di un’area più estesa, che arriva fino a CastelVolturno”. Vista la gravità della situazione, per il risanamento dell'area ex Resit sono stati stanziati ''ad horas'' 50 milioni di euro.

Nessun commento:

PFAS COME EIMINARLI DALL'ACQUA POTABILE

  Pfas: qualcuno sa come eliminarli dall’acqua potabile Una ricerca della British Columbia University ha messo a punto uno sp...